Angel Eyes

Beleth e Eris| Giovedì sera, studio da makeup artist di Eris

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    »ERIS PATRA

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    Man mano che erano in contatto, Eris sapeva come comunicare con Beleth. Riconoscere la sua potenza sarebbe stato il primo passo verso quello che poteva lontanamente assomigliare ad un dialogo, e onestamente la strega non lo diceva per dire, sapeva che il ragazzo fosse genuinamente una delle creature più potenti con cui aveva avuto a che fare. Eppure, forse in futuro, o forse mai, avrebbe dovuto riconoscere la sua parte umana. Lei stava cercando di fargli capire proprio questo.
    «Odio essere umano, anche se solo per metà. L'umanità è debolezza, vuol dire provare sentimenti. E un demone non dovrebbe provare nessun tipo di sentimenti». Eris sorrise appena e scosse appena il capo. Le debolezze degli umani sono altro, sicuramente non i sentimenti, Beleth. E poi, io penso che tu invece provi dei sentimenti, fosse anche solo rabbia, o ambizione. Gli disse allora, convinta, credeva davvero in quel che diceva, anche se sapeva che il suo interlocutore, almeno per il momento non avrebbe mai concordato.
    Sembrava, almeno agli occhi di Eris che ora era libera, che Beleth fosse come era lei quando aveva represso i suoi poteri, come se stesse in una scatola troppo piccola per lui, ma che lo soddisfaceva, perchè in quel modo le cose andavano lisce. Beleth era libero in tutti gli aspetti della sua vita, tranne nel riconoscere se stesso.
    Poco dopo però,la sua mano ampia e calda si posò sulla coscia di lei, che era ora completamente avvolta da essa, ed Eris lasciò che il ragazzo si avvicinasse, ricambiando il suo bacio poco dopo. Non capì perchè quel gesto proprio dopo aver detto che i sentimenti fossero una debolezza, ma probabilmente Eris pensò che avesse solo voglia di farlo. Ma ogni voglia scaturisce da qualcosa, no? Ad ogni modo, gli voleva dare spazio quella sera, voleva darne anche a se stessa, e allora si prese del tempo per godersi quei momenti senza pensarci troppo, nonostante sapesse in cuor suo che lui stava iniziando a piacerle.
    «Allora, cosa fate per divertirvi?» La strega allora rise appena, e si accomodò sul divano, senza la minima paura di essere vista da qualcuno e iniziò a far volteggiare l'indice in aria, come a comporre delle rune, che erano iridescenti in quella stanza dall'illuminazione così strana. Penso che tu già lo sappia, beviamo, balliamo, usciamo, facciamo sesso, andiamo ai concerti.. Piuttosto tu che cosa fai per divertirti, mangi vergini sotto la luna piena? Domandò la streghetta con fare curioso e volse lo sguardo da gatta verso di lui.

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    Le debolezze degli umani sono altro, sicuramente non i sentimenti, Beleth. E poi, io penso che tu invece provi dei sentimenti, fosse anche solo rabbia, o ambizione.
    Beleth non l'aveva mai vista in quel modo.
    Suo padre lo aveva talmente indottrinato nel considerare i sentimenti come una debolezza da non lasciargli considerare nemmeno per sbaglio l'ipotesi che, comunque, fosse impossibile non provarne.
    Perchè Beleth potesse arrabbiato, ambizioso, divertito o annoiato. Non erano quelle emozioni? Sebbene fossero negative, lo erano.
    La realizzazione lo colpì come uno schiaffo. Forse, fu proprio quello il momento che segnò la progressiva liberazione di Beleth dal giogo del padre. Forse fu proprio per ringraziare Eris che la baciò in quel modo.
    O forse no. Chi poteva dirlo? Ma, infine, importava davvero?
    Penso che tu già lo sappia, beviamo, balliamo, usciamo, facciamo sesso, andiamo ai concerti.. Piuttosto tu che cosa fai per divertirti, mangi vergini sotto la luna piena?
    «Oh no. Le preferisco non vergini. Le verginelle sono noiose» replicò Beleth, che non capiva se Eris stesse scherzando o meno. Lui era serio, invece. «Ma, effettivamente, non è divertimento, quello. Quello è nutrirsi.. Posso dire di non essere troppo dissimile da un umano, sotto quel punto di vista. Con la differenza di portare morte e distruzione ovunque io vada» alzò le spalle, tranquillo.
    Alla fine, a lui cosa importava?
    Nonostante tutto, c'era davvero una parte malvagia in lui, che predominava e pretendeva razzie, stupri e sangue. Guardò Eris e pensò che con lei avrebbe voluto ( o potuto) fare sesso consenziente senza sentirsi debole. Senza sentirsi umano.
    Perché l'umanità è spesso - troppo spesso- debolezza e Beleth doveva essere forte, per sopravvivere.

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    Eris aveva sbloccato se stessa dalla gabbia che si era creata, e lo stesso stava accadendo con Beleth. Ovviamente, lei pensava che il suo processo di liberazione fosse più lungo, e molto più faticoso. Eppure, era ironico come la strega per liberarsi si fosse venduta l'anima, incatenandola ad un destino sicuro nelle mani di un demone. La ragazza posò lo sguardo sul giovane possente eppure mansueto. Dai suoi occhi non traspariva nulla, eppure lei sapeva che l'ammissione di provare sentimenti invece, aveva creato una poderosa frattura in lui.
    «Oh no. Le preferisco non vergini. Le verginelle sono noiose» Il tono di Beleth non faceva affatto capire che stesse scherzando, allora Eris rimase per un attimo in silenzio, per fortuna lei era salva perchè era la donna che gli avrebbe fornito l'anima che sarebbe dovuta essere sua alla fine della vita. Calò infatti, per qualche attimo un silenzio leggermente imbarazzante mentre lei realizzava che davvero Beleth mangiava esseri umani. Era legittimo essere quantomeno interdetti.
    Poi però lui continuò a parlare, e la strega gli riservò la sua attenzione. «Ma, effettivamente, non è divertimento, quello. Quello è nutrirsi.. Posso dire di non essere troppo dissimile da un umano, sotto quel punto di vista. Con la differenza di portare morte e distruzione ovunque io vada». La ragazza allora inclinò appena il capo, non sapeva cosa significasse portare morte ovunque andasse, ma distruzione si. La ragazza aveva vissuto tante cose orribili, e questo la rendeva un po' un demone di suo, probabilmente.
    Queste parole la toccarono, e lei si sorprese nel vedere che non aveva avuto un attacco d'ansia. Eris ne soffriva spesso, ma da quando aveva liberato i poteri anche se Beleth era una creatura.. tossica, diciamo, anche la situazione psicologica della giovane era migliorata. I suoi occhi felini si posarono nuovamente sul ragazzo, e senza pensarci gli salì sulle gambe, sedendogli in grembo, senza paura. Anzi, si avvicinò ancora, fino a prendergli il volto tra le mani, per attirarlo a sè, e poi fu lei a baciarlo.

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    Beleth fu sorpreso nel vedere e sentire il corpo minuto di Eris sul proprio. Tuttavia non era un ragazzo che si soffermasse troppo nel chiedersi il motivo di determinate cose: non sempre l'attrazione sessuale giocava su determinati motivi. Poteva anche essere la voglia di sentire un altro essere vivente vicino. Poteva essere semplice voglia in sé.
    E Beleth non esitò nel ricambiare il bacio e approfondirlo. Le poggiò le mani sulle cosce mentre le loro lingue si intrecciavano e se la tirò ancora di più addosso, sistemandosela addosso nella maniera più comoda possibile. Non esitò nemmeno nell'insinuare una mano sotto il vestito dell'altra, stringendole una natica per il semplice gusto di lasciarle il segno.
    Forse fare sesso con la persona da cui avrebbe avuto l'anima non era proprio una mossa intelligente. Ma Beleth pensava – forse peccando di ingenuità, ma allora non poteva certamente saperlo- di essere abbastanza bravo da tenere fuori il sesso dai sentimenti in sé e di per sé.
    Fu per quello che se la tolse, delicatamente, di dosso. Fu per quello che la prese per mano e si alzò, conducendo entrambi nel bagno degli uomini. Fu semplice, per uno come Beleth, chiudere la porta e disattivare il circuito delle telecamere: si voltò verso Eris e la baciò di nuovo, profondamente, sospingendola contro un lavello su cui la fece sedere.
    Le alzò il vestito quel tanto che bastava e le spinse le mani, bloccandole con una sola delle proprie, sul muro. Aveva bisogno di dominarla per sentirsi al sicuro. Per ripetersi che no, non si stava affatto affezionando a lei.
    L'altra mano, quindi, accarezzò una coscia e giunse agli slip dell'altra. La stuzzicò al di sopra del tessuto, mentre scendeva a baciarle il collo, attento a che non fosse possibile per Eris muoversi o ribellarsi in qualsiasi modo.

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    Okay, forse era una cosa che Eris non avrebbe dovuto sentire, ma adorava il tocco di Beleth su di lei. Quelle mani ampie, calde, tatuate che la stringevano - quanto le piaceva. Non era necessario frugare nei suoi sogni per capirlo. E si, magari era davvero solo voglia, o attrazione, ma Eris stava scacciando il pensiero che fosse per qualcosa di più profondo. Probabilmente non solo Beleth le piaceva in una qualche maniera anche abbastanza distorta e strana, ma aveva anche voglia di proteggerlo, in un certo senso, da se stesso.
    La giovane strega non esitò neanche lei per nemmeno un minuto, ad avvicinarsi quanto lui desiderava; sentiva il calore del suo corpo contro quello di lei, e ne voleva di più, voleva stargli più vicino, voleva farsi toccare di più. Divenne ancora più decisa e vorace nel bacio appena si sentì stringere da lui in quel modo, Eris adorava i segni che il sesso lasciava sulle persone, quelli violacei, i lividi, i graffi, erano una parte fondamentale della sua eccitazione.
    Vero, fare sesso con il demone a cui aveva venduto l'anima non era la cosa più saggia da fare, anche considerando quanto lui fosse pericoloso e sanguinario. Però in cuor suo ad Eris importava ben poco, e a volte pensava persino che farlo proprio con lui invece fosse la cosa più naturale, in un certo senso gli apparteneva. Probabilmente, nel senso più profondo possibile, visto che lui ormai possedeva la sua anima.
    Dunque, ormai era chiaro che il desiderio che Eris provava, per quanto insistesse nel reprimerlo, non fosse del tutto senza interesse. Per un momento si chiese perchè l'avesse allontanata, ma capì immediatamente appena le prese la mano per portarla in bagno. Aveva capito che sarebbero stati relativamente indisturbati quando Beleth ebbe disattivato le telecamere. La strega doveva sempre sporgersi in punta di piedi per poterlo baciare, era così alto che non riusciva normalmente.
    Si spinse verso di lui, per reggersi meglio e per fargli capire che aveva le sue stesse intenzioni. La ragazza si sentì avvolgere i polsi con una sola delle mani di Beleth, e per un attimo si guardò intorno, lasciandogli fare tutto quello che voleva; in fin dei conti, Eris si voleva lasciar fare tutto. Le azioni del mezzodemone sembravano un volersi riaffermare nella forza, e la strega l'aveva intuito, Eris possedeva un buon istinto per le persone, o per le "creature". Non per questo avrebbe voluto interromperlo, figuriamoci, anzi. La strega allora appoggiò la testa al muro, iniziando ad approfondire il respiro che man mano diventava leggermente più corto, stava iniziando a sentire il piacere irradiarsi tra le sue gambe, che aumentava man mano che lui scendeva con le labbra. A Eris non bastava mai però, e voleva sentire Beleth dentro di sè, per questo strusciò una coscia contro il suo fianco, mugolando.

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    Mugulando e gemendo, Eris cercò di convincerlo con i gesti a soddisfare un altro bisogno. E sebbene le sue parti basse bramassero per entrare in lei e soddisfare entrambi in maniera anche abbastanza brutale, Beleth si trattenne.
    Poggiò le labbra contro l'orecchio della streghetta, continuando a muovere le dita sopra il tessuto dell'intimo indossato da Eris.
    «Ssh, non dobbiamo farci sentire» la rimproverò in tono quasi scherzoso. «Fai la brava, piccola strega. Non vogliamo che ci caccino via, giusto? Visto che il locale ti piace così tanto.. » sussurrò, lascivo. Oh, sarebbe stato capacissimo di torturarla per ore, facendola implorare. Ma aveva delle certe voglie, tutto sommato.
    Il mezzodemone percorse il collo di Eris con la lingua, lasciandole un morso nel lato destro del collo della ragazza.
    Insinuò un dito sotto gli slip della ragazza, poi un altro fino a giungere a quattro, penetrandola senza particolare delicatezza, già forte e deciso, tenendola ben ferma contro il muro, portandola all'orgasmo. Raccolse ogni gemito e sospiro della ragazza con la lingua, baciandola profondamente.
    Quando fu sicuro che Eris fosse di nuovo abbastanza ragionevole e lucida, si staccò da lei con un piccolo sorrisetto e, facendo attenzione a che lei potesse guardarlo, leccò le proprie dita sporche degli umori di Eris, fissandola negli occhi.
    Si abbassò tra le gambe della ragazza, alzò leggermente la gonna e le tolse unicamente gli slip. Si avvicinò alla sua intimità, osservando la ragazzina negli occhi: le sorrise con malizia, penetrandola con la lingua.
    Si, Beleth aveva decisamente voglia di giocare.

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    «Ssh, non dobbiamo farci sentire. Fai la brava, piccola strega. Non vogliamo che ci caccino via, giusto? Visto che il locale ti piace così tanto.. » Beleth era pieno di sorprese, onestamente Eris non si aspettava quel tono quasi attento, così intimo, da parte sua. Poteva essere solo una delle tante volte in cui sia lui che lei avrebbero fatto sesso in vita loro, ma sembrava qualcosa di più di così. Ad ogni modo, la ragazza capì che aveva ragione, e serrò le labbra, mordendosi l'inferiore per non lasciar uscire alcun suono se non dei sommessi ansiti e gemiti, mentre con l'altro braccio strattonò la presa delle mani di Beleth, ansiosa di liberarsi per stringerlo, spingerlo contro di sè o graffiargli la schiena.
    Poi però i gesti di Beleth la stavano davvero facendo impazzire. La strega allora schiuse le labbra, e avvicinò proprio quest'ultime all'orecchio del mezzodemone, scostandovi i capelli, e gli fece invece ben sentire quanto le stesse piacendo. Respirava affannosamente e gemeva contro il suo orecchio, spingendosi appena contro il numero sempre crescente delle sue dita. Allora.. Lascia che ci caccino.. Che ti sentano scoparmi. Sussurrò allora la ragazza, la sua voce di velluto vibrava caldamente contro l'orecchio dal lobo dilatato del giovane.
    Qualche minuto dopo però, Eris sentì il piacere crescere esponenzialmente, per via di quel morso sul collo che le diede i brividi in ogni punto del corpo, e a cui rispose con un gemito, fino a raggiungere l'orgasmo in quelli che sembrarono secondi in intensa estasi. Il corpo di lei subì degli spasmi, e la ragazza lasciò uscire dalle labbra un gemito ribelle che aveva cercato di reprimere fino a quel momento. Ricambiò immediatamente il bacio del ragazzo, anche se quasi senza fiato, e con le braccia un po' doloranti dallo stare tutto il tempo in alto ferme. Si prese il tempo per godersi Beleth al massimo, in tutto e per tutto.
    Poi però lo sentì allontanarsi proprio mentre aveva ripreso un po' di contegno e di respiro, e allora la strega lo osservò appagata, ancora preda di una sensazione inebriante, leccarsi le dita, proprio come fosse soddisfatto anche lui di un pasto. Non si aspettò di sentire la sua lingua proprio qualche secondo dopo. Ora con le braccia libere, Eris tuffò una mano tra i capelli corvini di lui, spingendolo contro di sè, mentre allargava le gambe per dargli maggiore accesso, sospirando di piacere. Ti voglio sentire tutto.. dentro di me. Gli disse, muovendo appena la mano libera, per strattonare il metallo della sua cintura appena con la magia.

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    Se c'era una cosa che Beleth adorava era sentire i suoi patners di sesso – perchè solo quelli aveva avuto- implorare. Eris non faceva eccezione, mentre allargava le gambe e lo supplicava di scoparla: Beleth si concesse di piegare le labbra in un sorrisetto, mentre alzava gli occhi su di lei e le afferrava le cosce, tenendole larghe e penetrandola ancora e ancora con la lingua, più bramoso di prima.
    Voleva sfinirla, prima di scoparla.
    Aspettò di sentirla vicina all'orgasmo prima di alzarsi. Le infilò la lingua in bocca, rudemente, mentre la spogliava.
    «Toccami senza il mio permesso e me ne vado» la minacciò sottilmente, godendo nell'avere la strega alla sua completa mercè, abbandonata contro di lui. Le tolse il vestito, il reggiseno e le baciò i seni, succhiando un capezzolo per il gusto di vedere come lei si contorcesse sotto di lui.
    Si abbassò pantaloni e intimo quel tanto che bastava, per poi recuperare un preservativo e indossarlo. Incollò di nuovo le loro labbra prima di penetrarla senza troppe cerimonie, gemendo compiaciuto nell'averla, calda e stretta, intorno a sé.
    Se quello era un modo per piegare il carattere orgoglioso e testardo della strega.. Beh, ci sarebbe ricorso più spesso.
    Molto, molto più spesso.
    Le sue spinte furono immediatamente veloci ed esigenti. Non c'era affatto gentilezza, nel modo in cui la stava scopando contro le piastrelle di quel bagno freddo: non era delicato nemmeno nel modo in cui le teneva le gambe aperte, scopandola sempre più in fondo. Nessuno dei due la voleva.
    Ma le posò le mani sulle proprie spalle, dandole tacitamente il permesso di toccarlo, se voleva. Di graffiarlo, persino, mentre Beleth le passava la lingua sul collo che aveva abbondantemente martoriato.

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    »ERIS PATRA

    ↘23 anni ▼ strega ▼ makeup artist ▼ single ▼

    A Eris, a pennello, piacevano invece le persone decise quanto lei, che lasciavano trasparire quella decisione anche nel sesso. Lei non giudicava mai nessuno, era una donna libera ed emancipata, ma prediligeva compagni o compagne che in modi diversi le esprimessero decisione. In questo caso, Beleth non era da meno. Venivano fuori anche i suoi indefiniti anni di esperienza nel campo. Ormai mancava poco tempo prima che Eris si abbandonasse a lui ancora una volta, lo sentiva nel corpo, ma l'aveva sentito anche il ragazzo, dai muscoli che si contraevano leggermente delle cosce di lei.
    «Toccami senza il mio permesso e me ne vado» mormorò lui abbastanza minaccioso ma affatto violento, dopo un bacio che lo era eccome, in cui la strega potè assaporare se stessa e lui, ricambiando in modo altrettanto vorace. Normalmente Eris non si faceva problemi a fare sesso nei luoghi pubblici, ma essere proprio nuda, non l'aveva mai fatto e le poche remore che aveva furono eliminate dal fatto che era un po' ebbra dall'alcool e dal desiderio per il ragazzo.
    Finalmente quelle settimane in cui quella tensione tra loro era andata crescendo adesso si stava liberando, probabilmente con una potenza da aspettarsi da due individui come loro. L'istinto di Eris era proprio quello di martoriare la schiena del mezzodemone, ma si ricordò della sua minaccia, e stette al gioco. La ragazza tenne le braccia lungo i fianchi, poichè prima tenerle in alto tutto il tempo l'aveva stancata. Finalmente aveva deciso di farsi avanti - del tutto. La giovane abbassò lo sguardo, mordicchiandosi il labbro, e lo risollevò poi verso di lui, leggermente impaziente, le lunghe ciglia nere che incorniciavano due occhi che esprimevano desiderio e frenesia.
    Non dovette attendere molto, che Beleth iniziò a spingere dentro di lei. Quando gli sentì emettere quel leggero gemito contro le labbra morbide e gonfie di lei, Eris, ne venne completamente deliziata. Era vero che era lei a essere in una posizione di "svantaggio" non potendosi muovere, ma in quel momento sentì lui altrettanto preso e perso in quel momento. Erano eguali, la strega l'aveva messo in chiaro, e Beleth si sentiva più sicuro così, ma l'avrebbe capito ben presto anche lui. A lei piaceva il suo modo di fare dominante, e si lasciava andare assieme a lui, ma perchè era lei per prima a volerlo.
    Cercava di essere il più silenziosa possibile, per evitare che qualcuno potesse entrare al momento sbagliato, ma a volte falliva miseramente, lasciando sfuggire gemiti e ansiti decisamente rumorosi. In quei momenti però, si sentì avvolgere i polsi, e le iridi castane/verdi di Eris si diressero verso quelle di Beleth. Poi, il tessuto della sua maglia nera sulle spalle di lui. Le stava dando più spazio, e la strega sorrise appena, incurvando di poco le labbra in un leggero ghignetto soddisfatto. Una mano piccola ma abbastanza forte di lei si tuffò tra i capelli di lui, stringendoli e tirandoli appena, mentre l'altra si adoperò per avvicinarlo di più, insinuandosi sotto la stoffa per sentire la sua pelle, lasciandovi un lungo graffio dalla cima alla base, scivolando alla fine di essa quasi spingendo di più il bacino di lui contro il proprio.

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    Il sesso era pur sempre qualcosa di soddisfacente.
    Beleth aveva sempre fatto del buon sesso: non era come gli angeli, lontani da qualsiasi istinto primordiale – o che comunque fingevano di esserlo- ma vi si abbandonava senza remore di alcuna sorta.
    Eris, però, lo confondeva.
    In parte lo irritava, in parte lo eccitava. Il suo abbandonarsi a lui lo confondeva: quel ghignetto che le sentiva sulle labbra lo irritava alquanto.
    Non era abituato. Era sempre stato violento e istintivo e non sempre le persone con cui faceva sesso erano a proprio agio con la cosa.
    Eris era diversa.
    Lei gli stava graffiando la schiena e lo incitava a scoparla più profondamente. Lei lo baciava e sembrava essere deliziata dalla sua violenta voglia di dominarla.
    Beleth decise di mettere da parte le domande mentre spingeva più profondamente dentro di lei e le mordeva il labbro abbastanza da permettere a una singola goccia di sangue di finirgli in bocca: le sue mani le strinsero i fianchi nudi e premettero abbastanza da lasciare dei lividi.
    «Non hai paura di me, piccola strega?» chiese, leccandole la ferita che le aveva provocato.
    Spinse profondamente e violentemente in quella carne calda, beandosi del modo lussurioso in cui carezzava il suo membro e le morse il collo, lasciandole un segno, l'ennesimo in quel momento.
    Povera piccola anima. Avrebbe avuto segni addosso per giorni, letteralmente.
    Eppure, non si sottraeva ancora alla sua stretta. Anzi, sembrava quasi che la cosa, sinceramente, le piacesse.
    Che fosse un trucco? Affondò il naso nell'incavo del suo collo, inspirandone l'odore, sentendosi diffidente.
    Le donne erano sporche manipolatrici, Beleth lo sapeva bene. Sua madre, per esempio, lo era stata.

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    »ERIS PATRA

    ↘23 anni ▼ strega ▼ makeup artist ▼ single ▼

    Verissimo, il sesso era davvero qualcosa di soddisfacente, se fatto con la persona giusta. In quel caso, Beleth era perfetto, proprio come piaceva ad Eris. Non sempre il suo stile di vita emancipato e sessualmente libero aveva provocato reazioni positive tra le sue amiche, o nelle persone in generale, mai sia una donna provi e soddisfi il proprio desiderio fisico. Mai sia! Eppure, Eris se ne era sempre infischiata, dei giudizi altrui, lei viveva la sua vita, compiendo le sue scelte con decisione, per essere il più appagata possibile. Con Beleth poteva liberare quella parte del suo carattere senza minimamente pentirsene, non che si fosse mai pentita, ma si sentiva più libera con lui.
    La giovane strega un po' lo sentiva, sentiva la vaga rabbia del ragazzo che era generalmente latente scaternarsi un po' insieme al suo grande desiderio, nei suoi movimenti, vigorosi e forti ma anche profondamente sensuali. Eris non sapeva come fossero state le altre persone - o creature - con cui Beleth aveva fatto sesso, ma sapeva che lui la stava facendo davvero godere ed era felice che finalmente qualcuno fosse stato in grado di assecondare tutti i desideri della ragazza. La strega aveva le labbra schiuse, ormai gonfie e martoriate dai baci e dai morsi che si erano scambiati; l'ennesimo, dato da Beleth, le causò un ulteriore mugolio appagato, mentre sentiva il vago sapore metallico del sangue sfiorarle la bocca, poco prima che quella di lui si avvicinasse per assaporarlo con lei.
    «Non hai paura di me, piccola strega?» Domandò infine lui, con quella voce che pareva inaspettatamente di velluto all'udito di lei, mentre non accennava ad arrestarsi, anzi, più passavano i minuti, più lui diventava intenso e bramoso, quasi violento, ma a Eris piaceva, piaceva eccome, tant'è che gli portò una mano dietro al collo, premendo le labbra contro le sue e baciandolo in modo lascivo e lasciando vibrare un gemito contro le labbra di lui, per soffocarlo come meglio poteva. Si distaccò quanto bastava per lasciare che le loro labbra si toccassero ancora. No.. Tu.. mi piaci.. Mormorò allora in risposta. In condizioni normali non l'avrebbe mai ammesso, ma le cose stavano così in realtà. La ragazza strinse il corpo di Beleth a sè, accogliendo il suo volto vicino al collo abbastanza dolorante, e immerse una mano tra i suoi capelli, accarezzandoli quasi teneramente.

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    »Beleth


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    Beleth fu sorpreso dalla risposta che lei gli diede.
    Certo, fisicamente si era ben reso conto di piacerle – e il suo corpo spinse un po' più a fondo in lei come a sottolineare alla sua mente l'ovvio- ma era quasi strano, sentirselo dire.
    Comunque, pensò che potesse essere una specie di secondo inganno. Eris poteva anche concedersi a lui per ottenere qualcosa: peccato che non avrebbe ottenuto assolutamente nulla. Non le rispose, quindi, limitandosi a infilarle la lingua in bocca, mentre spingeva in quella carne dolce ancora e ancora.
    Fu solo quando la sentì venire che si concesse di lasciarsi andare in un orgasmo che spegnette tra le labbra di Eris.
    Era stata una gran bella scopata, pensò uscendo da lei. Si tolse il preservativo e lo annodò distrattamente, prima di farlo sparire. Non volevano lasciare traccia, giusto?
    «Gran bella scopata» mormorò soddisfatto. Le rivolse un ghignetto seducente, afferrandola per aiutarla a scendere. «Ora, se vuoi scusarmi, avrei fame. Non di carne umana, per fortuna per te» ammiccò.
    Insomma, si era mangiato ben due idioti prima di andare da Eris. Da quel lato era sazio. Inoltre, a causa del contratto non poteva farle del male.
    «Vieni con me oppure resti al locale?» disse Beleth, distrattamente.
    Stava osservando – soddisfatto- i segni che aveva lasciato sul corpo di Eris, man mano che lei si vestiva. Aveva decisamente lasciato i segni su di lei.
    Il suo ego se ne compiaceva alquanto.
    Ci avrebbe pensato bene, la piccola strega, prima di provocarlo di nuovo. Almeno, lo sperava per lei: non poteva essere così incosciente da ignorare i segni sul suo corpo, fatti da quello che poteva essere un animale e non un uomo

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    »ERIS PATRA

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    Beleth era un ragazzo assertivo, sicuro di sè. Ma, a giudicare dal suo sguardo, sembrava stesse davvero pensando troppo. Naturalmente, la sua natura gli imponeva di essere istintivo, ma paradossalmente anche di vedere il peggio in tutto, una operazione che richiedeva non poco lavoro mentale. A dirla tutta, Eris aveva già avuto quello che voleva, ossia il corpo del mezzodemone, dal quale era così attratta.
    Una volta che quell'appagantissimo amplesso finì, la strega si prese qualche momento per riprendersi, ansimante, restando ferma per godersi il momento anche un po' di più. Nel frattempo, Beleth si occupò del suo preservativo; quei pochi minuti erano bastati. Certo, il corpo di lei, e anche quello di lui - nonostante non volesse ammetterlo - erano la prova vivente di quel che era successo, ma cercarono di essere il più discreti possibile. Era stato anche molto fortuito che nessuno fosse entrato in bagno in quel lasso di tempo.
    «Gran bella scopata», Eris annuì in risposta, come a dirgli che concordava, incurvando l'angolo delle labbra in un leggero sorrisetto complice, mentre lui l'aiutava a scendere. Allora riprese tutti i vestiti che le appartenevano, rivestendosi con calma mentre lui parlava. Erano entrambi appagati e sicuramente leggermente impigriti. «Ora, se vuoi scusarmi, avrei fame. Non di carne umana, per fortuna per te», la giovane sbuffò una risata, mentre si rivestiva. Non puoi farmi del male per via del patto, Beleth. Gli disse con calma, mentre si voltava e gli faceva un cenno col capo, come a chiedergli di aiutarla ad abbottonare il vestito dalla schiena.
    Mentre si guardava allo specchio, Eris notò tutti i segni che il ragazzo le aveva lasciato, e quasi le venne un brivido di piacere. Erano stupendi, ne era davvero soddisfatta, erano il segno di una notte gloriosa. «Vieni con me oppure resti al locale?» La ragazza si prese un momento e rivolse i suoi occhi da felino nei suoi. Vengo con te, qui non c'è da mangiare. Rispose infine, sempre con un tono calmo e deciso, quello di default che aveva sempre avuto. La strega si sistemò i capelli, e poi si voltò, pronta ad andare. Non sapeva dove volesse andare Beleth, ma non le interessava più di tanto, avendo così tanta fame. E poi.. Probabilmente non voleva ancora star sola. La sua compagnia, visto che si tenevano testa a vicenda, stava iniziando davvero a piacerle.

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    »Beleth


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    Quando Eris rimarcò l'ovvio – cioè che non potesse farle del male per via del contratto- Beleth alzò gli occhi al cielo.
    Lo sapeva anche lui, tante grazie, che non avrebbe potuto fare nulla per farle del male. Aveva stilato personalmente il contratto.
    La aiutò, comunque, ad allacciare il vestito ed annuì quando Eris gli disse che sarebbe andata con lui.
    «Preferenze di sorta? Pensavo ad un ristorante cinese che, da quello che so, è poco lontano da lì» disse Beleth. Cercò nei pantaloni un pacchetto di sigarette e se ne mise una tra le labbra, spenta, prima di uscire dal bagno, stando ben attento a che la ragazza lo seguisse.
    Era stata una notte assolutamente particolare, quella. Beleth si sistemò meglio la giacca, dando un'occhiata alla ragazzina.
    Si era scopato una ''cliente'' e non l'aveva nemmeno uccisa – okay non poteva farle del male, ma c'erano mille modi per toglierla di mezzo- anzi, l'aveva pure invitata, in qualche modo, ad andare a mangiare con lui.
    Sbuffò, perplesso dal proprio comportamento. Si accese la sigaretta una volta fuori dal locale e si avvicinò alla ragazza, infilandole la sigaretta accesa, appena fumata, tra le labbra, sfiorandole leggermente la guancia.
    Forse era solo tensione sessuale. Doveva essere solo tensione sessuale, Beleth si rifiutava di pensare che potesse esserci ''altro''.
    Aveva ancora una dignità, lui.
    «Non ne più ho voglia. Fumala tu» disse quindi, ficcandosi le mani in tasca, camminando.
    La notte era serena, a differenza dello stato tormentato di Beleth. Oddio, non che di solito fosse esattamente una ragazzina felice, ma i pensieri che lo ossessionavano, in quel momento, erano seriamente cupi

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    »ERIS PATRA

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    Ignorando bellamente la reazione di Beleth alle proprie parole, Eris gli rivolse allora lo sguardo quando lui parlò riguardo al ristorante che avrebbero scelto. «Preferenze di sorta? Pensavo ad un ristorante cinese che, da quello che so, è poco lontano da lì» . A quel punto, la strega era solo vagamente stanca e affamata, per cui sollevò appena le spalle e annuì appena. Per me va bene questo. Rispose allora, con la voce leggermente più cavernosa; le veniva sempre più grave dopo il sesso.
    Ad essere sinceri, dopo quel che era appena successo, Eris non si stava ponendo moltissime domande. Anzi, nessuna. Sicuramente ci avrebbe pensato il giorno dopo, ai rischi di un avvicinamento seppur fisico con il suo demone, e a quello che significavano. Ora però, era talmente cullata in quella serata tranquilla, e di leggera apertura, che la giovane accantonò davvero facilmente ogni pensiero che si era formato nella sua mente, per poi sostituirli con un leggero odore di fumo. Ecco, Beleth si era acceso una sigaretta una volta che furono usciti dal locale.
    Da quanto riusciva a capire, era Beleth quello che sembrava il più pensieroso dei due. Le sue spalle larghe erano leggermente tese, e si rilassarono solo quando lui emise un leggero sbuffo prima di fumare. I suoi occhi, sempre pieni di aggressività o vuoti, ora erano profondi, intenti a fissare qualcosa di indefinito, proprio come quando le persone si perdono nei pensiero. Ad ogni modo, Eris non gli chiese nulla, pensava fosse meglio così.
    Il silezio pacifico fu rotto dalla voce tutto sommato gentile di lui. «Non ne più ho voglia. Fumala tu», le sue parole erano tranquille, e Beleth le avvicinò la sigaretta, che Eris prese tra le proprie dita, sfiorando quelle di lui. Okay. Rispose la strega, per poi allungare il passo e stargli al fianco mentre prendeva a fumare la sigaretta che era ormai consumata a metà.

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