Di libri e nuove conoscenze

Peter e Camille| 01 febbraio, primo pomeriggio

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    Peter Christie

    ❝Vivi come se dovessi morire domani
    Impara come se dovessi vivere per sempre❞
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    ■ 19 anni ■ Mutante■Single■ Psicometria■ Studente■ NB

    P
    eter Hamish Christie era un ragazzo notoriamente tranquillo.
    Certamente la sua condizione di mutante rendeva meno tranquilla la sua esistenza, rispetto a quanto si sarebbe aspettato: non si lamentava, comunque. La psicometria era un dono che amava, giacchè gli permetteva di conoscere qualcosa che molti avrebbero pagato per avere: la storia di luoghi e oggetti.
    E in quanto aspirante giornalista, era proprio alla storia che Peter portava. Certo, lui puntava alla storia di esseri umani: ma gli uomini non sono collegati ai luoghi che visitano, agli oggetti che possiedono?
    Quel giorno, comunque, si era diretto in biblioteca per ultimare un progetto che avrebbe dovuto consegnare giusto la settimana successiva: sua madre sarebbe rimasta tutto il giorno a lavoro e al giovane Christie non andava di restare chiuso in casa. La biblioteca sarebbe stato il luogo perfetto dove studiare in pace, non restando però da solo.
    Non che la solitudine gli dispiacesse. Ci aveva convissuto sin dalla più tenera età, figlio di due genitori dai lavori impegnativi: aveva imparato ad apprezzarne ogni sfumatura, il silenzio che lo accarezzava. Ma una volta, inutile negarlo, era ben diverso: una volta avrebbe aspettato suo padre, contando i giorni che lo separavano dal rietro, da nuove storie raccontate con un sorriso, storie che non escludevano l'orrore della guerra ma che sapevano di mondi lontani, danze e profumi che, chiudendo gli occhi, poteva quasi sentire sulla punta della lingua.
    Ma suo padre non sarebbe più tornato.
    Non c'era quasi, certamente, bisogno che lo ammettesse ad alta voce ma la morte di John Christie aveva profondamente cambiato e segnato lui e sua madre. Lei si era buttata sul lavoro, Peter aveva finito per dedicarsi anima e corpo al college.
    Trasferirsi, per lui e sua madre, a seguito dello zio e delle cugine era stata una boccata d'aria fresca. Esattamente quello di cui avevano bisogno: lontani dai ricordi, rimodellarsi, ricostruirsi.
    Entrato nella biblioteca, Peter si guardò intorno: era semplicemente enorme e, sperò, ben fornita.
    Peccato che avesse un pessimo senso dell'orientamento. Per cui, individuata una ragazza (mora, molto carina, gli ricordava vagamente una bambolina), le si avvicinò con un sorriso cordiale.
    «Scusami se ti disturbo» disse. «Dovrei.. Cercare un determinato libro ma non so a chi rivolgermi. Mi potresti dare una mano?»

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    ■ 24.12.1996; 20 [21] y.o.
    ■ mutant + chronokinesis
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    ■ pinterest [click]
    La mano davanti alla bocca aveva prontamente fermato il lungo sbadiglio che ne era uscito, un principio di occhiaie ad incrinarle quel bel visino dove un sorriso leggero aleggiava sempre, mai scomposto e sempre presente se pur non troppo esposto; aveva passato buona parte della notte alzata per fare qualcosa di cui ormai non ricordava più la forma, che fosse qualcosa che poi le sarebbe servito nella giornata successiva ne aveva vari dubbi, eppure cosi era stato: una tazza di caffè bollente, un quaderno sotto il naso e un libro aperto su una pagina che ormai non le serviva più da una mezzora buona, le varie pagine che ormai aveva già scritto erano contornate qua e la da fogli accartocciati in palle di carta molto simili ai film che tante volte aveva visto negli anni. Era per quel motivo probabilmente, che oltre a sembrare la Bella Addormentata appena levata dal suo sonno millenario, la schiena le doleva anche nei movimenti più semplici, lo stiracchiarsi senza sforzare troppo comunque le aveva migliorato la giornata o per lo meno la mattinata senza lasciale troppi dolori, a nessuno aveva mai fatto bene dormire su una sedia se pur non totalmente scomoda. Era uscita velocemente dalla sua stanza notando immediatamente l’assenza di praticamente tutta la sua famiglia, eccetto poi accorgersi della presenza di Lysander bellamente disteso sul divano a godersi la televisione e, in tutta onestà l’ultima cosa che voleva fare era di disturbare. «Izzyyyyyyy! Sai che ti voglio bene vero?!» Aveva ancora da imparare che non bisognava fare i conti senza l'oste, ma era convinta di non essere stata minimamente sentita mentre scendeva per la scalinata a chiocciola che dava pure le spalle a quel lungo e bel divano; sorrise appena prendendosi sue biscotti dalla credenza. «Okay avanti, di cosa hai bisogno?» Perché lei suo fratello ormai lo conosceva ma leggere nei suoi pensieri è una cosa che ancora non sapeva fare purtroppo!
    Aveva recuperato in fretta la tracolla e il cellulare che vi buttò dentro prima di uscire di casa, la biblioteca che fortunatamente si trovava a qualche minuto da casa non l'avrebbe costretta a prendere i mezzi pubblici anche quel giorno. Si fermò una o due colte davanti alle vetrine presenti prima del luogo in cui era diretta, una pasticceria che le fece venire l'idea di visitare magari prima di tornare a casa, magari per prenderne qualcuno da potersi godere nel pomeriggio o dopo cena con la propria famiglia, o con i propri fratelli, non si sa mai. Con passo leggero e veloce finalmente raggiunse la biblioteca per poi addentrarvisi all'interno, la conoscenza del luogo quasi quanto le sue tasche era riuscita ad ottenerla velocemente dopo il suo trasferimento, quello era praticamente uno dei luoghi che aveva iniziato ad amare e apprezzare molto velocemente. Immediatamente, dopo aver poggiato la propria borsa nel solito posto, quello che ormai reputava suo, iniziò a vagare con tutta tranquillità tra gli scaffali, ben conscia di dove si trovasse il libro che necessitava suo fratello ma che avrebbe preso successivamente giusto perché prima voleva dare una nuova occhiata a tutti gli altri, tutti quelli che attendevano di essere presi e letti; il libro che aveva preso sottomano e di cui ne stava leggendo le prime righe non riuscì a distrarla completamente da non sentire una voce, il tono e la vicinanza che sembravano voler attirare la sua attenzione. Sorridendo appena richiuse il libro posandolo al suo posto prima di voltarsi e alzare appena lo sguardo posandolo sulla figura di un alto ragazzo moro proprio dietro di se. «Ehm tranquillo, nessun disturbo» Sorrise appena portandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio. «DImmi pure, non conosco la biblioteca come chi ci sta dentro ventiquattro ore su ventiquattro, ma magari posso esserti utile» Osservò il giovane portandosi le braccia ad incrociarsi dietro la schiena aspettando le sue parole di risposta.
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    eter osservò la ragazza, il suo sorriso cordiale e non potè che arrossire appena; era davvero molto graziosa.
    Comunque, quella ragazza si mostrò come molto disponibile: gli disse che certamente non conosceva bene la biblioteca come chi ci viveva ma che sperava di essergli utile.
    «Grandioso!» rispose, sincero, abbozzando un dolce sorriso. «Bene, sai dove posso trovare dei libri sul caso Spotlight? Mi avevano consigliato Tradimento. Il caso Spotlight, curato dal The Boston Globe ma non saprei davvero dove mettere le mani, dato che le biblioteche hanno sempre un proprio metodo organizzativo» aggiunse.
    Si sistemò gli occhiali da lettura sul naso e le sorrise, quieto.
    «Comunque, sono Peter» si presentò, memore delle buone maniere. Insomma, si prospettava una buona mezz'ora di ricerca, magari non sarebbe stato propriamente il massimo della buona educazione dare a quella povera ragazza del ''tu'' generico, non dopo il favore enorme che gli stava facendo.
    Quella ricerca proprio non ci voleva, ecco tutto. Il fatto che il suo professore poi avesse la fama di essere incredibilmente severo non aiutava il povero Peter a pensare che tutto il suo impegno avrebbe avuto qualche riconoscimento: ma dato che non era uno di quelli che amava piangersi addosso, si sarebbe rimboccato le maniche e avrebbe lavorato.
    Come aveva sempre fatto, in realtà.
    E si, probabilmente avrebbe fatto razzia di caffè per tenersi sveglio e lavorare, ma se fosse stato soddisfatto del risultato sarebbe stato ottimo. Beh, magari avrebbe fatto leggere il risultato a sua cugina Annie: lei era sempre stata nella sua stessa lunghezza d'onda per quanto riguardava l'amore per la scrittura e gli avrebbe dato un parere accettabile.
    Così sorrise alla ragazza, di nuovo. Era anche molto carina, pensò, ma non era certamente andato in biblioteca per rimorchiare. E nemmeno era capace di farlo, tra parentesi: troppo timido, troppo poco sfacciato.
    Ma avrebbe potuto essere anche un'interessante nuova amicizia. Da quando si era trasferito, le possibilità di parlare con persone che non fossero le sue adorate cugine erano molto poche. Certo, andava all'università ma lì il clima era quasi troppo ''serio'', per così dire e molti avevano già i loro gruppetti.
    Ma no, non avrebbe rinunciato per così poco. Lo aveva promesso: sarebbe andato avanti

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