Love Reborn

■ 150 anni ■ vampiro ■ poteri vampirici ■ viveur ■ caotico neutrale/legale malvagio

Come previsto, un paio di giorni dopo, Riordan e Dorian avrebbero dovuto dare il via all'ultima fase del loro piano per essere liberi. Ora il vampiro aveva preso finalmente il comando delle creature della notte di Londra una volta morta Cassandra per mano sua. Ci sarebbero stati dei vampiri che non erano d'accordo, ma come aveva affrontato la sua creatrice, Dorian poteva affrontarne altri. D'altro canto, Riordan invece doveva lottare con i suoi, di demoni.
Il primo che avrebbe dovuto fare i conti con il mezzangelo era la sua promessa sposa, Emily. Fosse stato per Dorian, sarebbe stato facile spezzarle il collo come se fosse un fuscello. Sarebbe stato un lavoro pulito, e nessuno avrebbe sospettato del languido innamorato e promesso sposo. Tuttavia, Riordan era comunque un essere buono, e il vampiro sapeva come funzionava. Meglio, a questo punto, colpire con le parole. Si, Emily sarebbe rimasta viva, ma sarebbe stata colpita con armi molto più taglienti di qualsiasi altra cosa.
Emily e Riordan si sarebbero dovuti vedere al crepuscolo a casa di lui. Ancora nel suo maniero, Dorian stava rimuginando su tutte queste faccende in silenzio mentre fumava una sigaretta, si sarebbe avviato anche lui, forse in ritardo. In fin dei conti il mezzangelo gli aveva chiesto di essere con lui in quel momento, e il vampiro per qualche strana ragione sentiva il bisogno di stargli accanto. Questa faccenda dell'amore era un grande mistero per quella creatura, e più ne entrava in contatto meno ne capiva.
Vestito di tutto punto, Dorian uscì dal castello, e diede disposizioni ai propri servi. Dopodichè andò a piedi a casa di Riordan. La società londinese si chiedeva sempre come mai Dorian Gray andasse a molte feste ma non ne tenesse mai nessuna a casa propria. Le ragioni erano ovvie, ma Dorian avrebbe tanto voluto invitare ad un ballo tutta la Londra bene, per poi vederli increduli, meravigliati, da quel castello in rovina che tanto seguiva l'estetica dell'arte contemporanea, e che eppure, era così temuta. Questi Vittoriani erano un mistero anch'essi. Ad ogni modo, la ragazza Vittoriana media, innamorata, e incaponita stavano per incontrarla, e sarebbe stato il penultimo ostacolo da superare prima di vivere una relazione atipica con Riordan senza alcun impedimento.

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■ 150 anni ■ vampiro ■ poteri vampirici ■ viveur ■ caotico neutrale/legale malvagio

Dorian si svegliò molto prima del solito, purtroppo, quanto il sole era ancora alto nella mattinata. Dopo aver leggermente sbuffato, uscì dalle coperte e si vestì di tutto punto come al solito, elegante e letale - come sempre. Quel giorno, aveva promesso a Riordan che avrebbe, come da piano, aiutato il giovane a finire la sua relazione con Emily. Si erano messi d'accordo affinchè lui entrasse dopo l'arrivo della ragazza, ma Dorian cambiò idea, dirigendosi verso la casa del mezzangelo abbastanza presto in mattinata.
Indossava un abito chiaro, di un colore bianco sporco - quasi grigio, e il volto del vampiro che rifuggeva il sole, quasi illuminava ogni posto in cui si trovava, da quanto era bello. Mentre camminava per le vie di Londra, evitando accuratamente i posti che non fossero ombreggiati, Dorian capì di non essere per nulla agitato. Sapeva che Riordan avrebbe provato emozioni completamente diverse, ma sentiva come se quella fosse la sua parte della battaglia. Ormai Cassandra era morta, e Dorian era più che felice di essere stato l'artefice della sua dipartita.
Ad essere onesti, avrebbe più che volentieri spezzato l'osso del collo alla ragazzina, per farla finita subito e senza alcun problema. Dorian però aveva compreso bene le implicazioni di una relazione con un mezzangelo, e sapeva che non sarebbe sempre stato così semplice. Difatti, quella sera le avrebbero parlato in maniera talmente convincente che le avrebbero fatto capire che ci sarebbero stati più rischi per una donna del suo rango nell'essere infangata, piuttosto che per entrambi per un'accusa di sodomia senza alcuna prova a sostenerla.
Il problema più grande era che la giovane era molto innamorata, e si sa, l'amore rende le persone sia deboli che molto più forti, e ci sarebbe voluto molto più tempo per convincerla; tuttavia, il vampiro era convinto che ce l'avrebbero fatta. Nimueh lo impensieriva di più, perchè non solo si trattava di un legame di madre fin troppo ossessivo, ma si parlava anche di un angelo dai poteri e dalla reputazione ormai consolidata a Londra. Tutti questi pensieri però, volarono vome aria e fumo nella mente di Dorian appena bussò alla porta di casa Coleridge, a cui rispose prontamente il maggiordomo, che lo annunciò.
Dopodichè, Riordan era bene in vista, i muscoli evidentemente tesi. Sicuramente doveva essere molto in ansia, Dorian lo sentiva quasi come fosse un odore nell'aria. Si avvicinò allora al giovane dai capelli dorati, portando lo sguardo verso il suo, come ad incoraggiarlo a liberarsi di qualsiasi fosse il peso che sentiva sulla sua coscienza, se aveva delle preoccupazioni era il caso di liberarsene ora, senza che riaffiorassero proprio mentre parlavano con la ragazza.

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