Storyline: come tutto iniziò

-- Storia e ambientazione del gdr

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    Storyline
    Questa che sto per narrarvi, è una storia antica quanto il mondo, intrisa di misteri, magia e potere. Intorno al 2137 a.C, in Grecia - più precisamente ad Atene-, vivevano tre fratelli: Nicholas, Andronikos e Hermos. Il loro era un legame indissolubile, anche se spesso erano in competizione tra loro, come è di consuetudine tra figli maschi. La caccia, i giochi olimpici e tutto ciò che poteva metterli in mostra, erano i loro passatempi preferiti: non erano molto ricchi, anche se riscuotevano uno spropositato successo con il gentil sesso per via del loro aspetto fisico. Ambiziosi, superbi, bellissimi: così venivano descritti dagli abitanti del luogo.
    Avevano una vita perfetta, che chiunque ateniese avrebbe voluto avere.
    Tuttavia l'uomo, di per sé, possiede un'indole fin troppo ambiziosa e una sete di potere pressoché insaziabile.
    Fu proprio questa la principale causa della rovina dei tre fratelli.


    Una sera, durante una battuta di caccia, i tre si imbatterono in un'antica pergamena, probabilmente scritta qualche centennio prima. Cercarono in ogni modo di decifrarla anche se alcuni caratteri non si leggevano a causa dell'azione logorante del tempo: solo dopo svariati tentativi riuscirono a interpretare parte del messaggio: essa racchiudeva in sé una formula che avrebbe fornito un potere smisurato a chiunque l'avesse recitata, un potere pari a quello degli antichi Dei. Per appropriarsi del potere, era però necessario compiere un rituale e ciò significava in linea di massima appellarsi ad un aiuto esterno.
    Nicholas propose dunque ai fratelli di andare nel bosco ad ovest della città, dove si vociferava vivesse una giovane donna capace di utilizzare le arti magiche: quella stessa sera si misero dunque in cammino verso la casa della strega. Una giovane fanciulla dai capelli ribelli li accolse, presentandosi come Ecate: fece accomodare i tre nella sua dimora e insieme studiarono la pergamena fino al mattino. La giovine aveva sentito parlare dei tre fratelli e di certo non si poteva dire che nutrisse una cieca stima nei loro confronti, anche se tuttavia anch'ella era rimasta attratta da quella formula e voleva vedere a tutti i costi dove andasse a parare.
    La soluzione si mostrò ai loro occhi solo all’alba: per acquisire l’indiscusso potere, sarebbe stato necessario recuperare alcuni reagenti, tra i quali anche un sacrificio umano. Hermos fu l’unico dei tre a dimostrare il proprio disappunto riguardo l’omicidio di una giovane anima pura, ma i due fratelli furono pressoché irremovibili.
    Cosa non si sarebbe fatto per il potere e la gloria tanto desiderati?
    La sera successiva, fecero ritorno alla casa di Ecate con tutti gli ingredienti: Nicholas aveva portato la giovane ragazza, Hermos la legna e Andronikos la testa di un lupo. La giovane strega aveva intanto aveva preparato un piccolo altarino con affianco un focolare.
    La luna piena risplendeva alta nel cielo, luminosa e raggiante come non mai: tutto era pronto.
    Ecate ordinò a Nicholas di uccidere la ragazza e di lasciar scorrere il suo sangue sull'altare e guidò Artemikos affinchè poggiasse la testa del lupo sul sangue della giovine.
    Seguendo le disposizioni della strega, i tre fratelli si disposero ai vertici del triangolo che era stato tracciato al suolo: Ecate si dispose al centro del triangolo, prendendo a leggere la formula con aria solenne ed una voce cantilenosa.
    La pergamena si illuminò improvvisamente e la strega la poggiò a terra. Da questa, uscì del fumo, che si raggrumò in aria formando una frase:

    "Soltanto ad uno sarà concesso l’inestimabile potere. Il prescelto si faccia avanti, al centro del triangolo".



    Fu proprio a causa di quella rivelazione che, quella notte, il legame di sangue si ruppe.
    Andronikos e Nicholas si gettarono entrambi al centro del triangolo e, spinti dalla brama di possesso, toccarono all’unisono la pergamena.
    Ci fu un bagliore allucinante.
    Un'esplosione. Rumore. Silenzio.
    La notte era ritornata buia, il fuoco si era spento e il rituale era saltato.
    Andronikos e Nicholas erano stati sbalzati in aria di alcuni metri: il primo si era schiantato contro il tronco di un albero, il secondo se l'era cavata meglio, in quanto l'acqua del lago aveva attutito la caduta.
    Ecate e Hermos erano rimasti nei pressi del cerchio, a terra, apparentemente privi di sensi.
    La prima a riprendere conoscenza fu Ecate che, confusa, si trascinò vicino al corpo di Hermos, constatando come fosse ancora vivo.
    Gli altri due non avevano avuto tuttavia la stessa fortuna: Artemikos aveva quasi rischiato di annegare e Nicholas era morto sul colpo.
    Hermos non ebbe neanche il tempo di piangere la morte dei suoi cari che accadde qualcosa di strano e imprevedibile allo stesso tempo: Nicholas aprì gli occhi, spalancandoli fino all’inverosimile, mentre il corpo di Andronikos iniziò a contorcersi in quelle che sembravano essere delle forti convulsioni.
    L’aria venne invasa da rumori di ossa spezzate, urla e grida da parte dei due.
    Ecate e Hermos non avevano parole per descrivere l’orrore che si stava presentando davanti ai loro occhi:
    notarono i canini spropositatamente affilati di Nicholas, le vene rigonfiate sotto gli occhi, il suo sguardo iniettato di sangue: lo videro muoversi ad una velocità spaventosa verso il corpo della ragazza morta, e affondare i lunghi canini nel collo della giovine.
    Uno spettacolo raccapricciante, che fece urlare di terrore Ecate.
    Artemikos intanto aveva perso ogni caratteristica umana: i suoi occhi si erano svuotati, il suo corpo venne ricoperto da un folto manto nero, delle zanne affilate presero il posto dei suoi denti.
    Si era trasformato in un animale, molto simile ad un lupo, solo più grande e imponente.
    I due fratelli si guardarono per un istante, come se volessero studiarsi, comprendersi: poi, sparirono inghiottiti dall’oscurità della notte.
    Dal centro del triangolo, un fumo nero iniziò ad aleggiare in aria:

    “Poiché l’antica volontà è stata violata, l’umanità al caos è condannata”


    ***


    Dopo quella sera, Hermos ed Ecate cercarono di trovare una soluzione al problema, un qualcosa che avesse potuto annullare l’effetto collaterale del rituale: ispezionarono quindi da cima a fondo le antiche scritture ateniesi, senza tuttavia trovare nulla in merito.
    Per settimane, non ebbe notizie dei due: l’unica cosa certa era che dopo la loro sparizione, iniziarono a manifestarsi strani eventi in tutta la città. Il tasso di mortalità era cresciuto e le cause misteriose di quelle morti vennero attribuite agli antichi dei, adiratisi per chissà quale motivo.
    Si incominciò a vociferare che quest’ultimi avessero deciso di mandare i loro servi sotto forma di feroci bestie alte come cavalli che avevano il compito di punire chiunque non vivesse secondo una corretta morale.
    Il pensiero comune attribuì a quelle fiere tanto opposte quanto simili, i nomi di Vampiro e Licantropo: il primo dissanguava le sue prede fino a condurle alla morte, mentre il secondo era famoso per sbranarle e frantumarne le ossa.
    Hermos, che non ci mise poi molto a ricollegare tutti quegli strani eventi, si recò in fretta e furia da Ecate: dovevano trovare un modo per fermare i due fratelli, che sembravano aver perso il senno.
    Insieme alla strega, Hermos scoprì che il potere della pergamena si era dimezzato, confluendo in due persone: se uno dei due fratelli fosse morto, il potere si sarebbe conferito totalmente nelle mani di uno solo. Ma non era finita qui: la profezia era stata chiara e se entrambi avessero continuato con quel loro atteggiamento sconsiderato, l’umanità si sarebbe ritrovata nel caos più totale.
    Sotto consiglio di Ecate, il coraggioso Hermos provò a parlare con i fratelli, cercando di farli ragionare e spiegando loro i rischi che sarebbero scaturiti dal proseguimento di quella follia: se avessero contribuito anche loro a trovare una cura, forse il mondo non sarebbe rimasto vittima della catastrofe.
    Ma, nonostante tutte le belle parole, Nicholas e Artemikos non ne vollero sapere: loro volevano potere e gloria, cose che avrebbero ottenuto facilmente con quei poteri.
    Anzi! La rivelazione del fratello contribuì solo a peggiorare la situazione, facendo schierare i due su fronti opposti: l'uno voleva uccidere l'altro, primeggiare e accaparrarsi così l’intero potere.
    Ancora una volta, le loro strade si divisero e Hermos rimase da solo. Decise dunque di tornare da Ecate per trovare una soluzione al problema, prendendo in considerazione la drastica possibilità di uccidere i suoi fratelli.
    La giovine, tuttavia, non potè aiutarlo: i suoi poteri non erano cosi grandi da ripristinare il regolare corso della natura, e quelle due creature erano ormai divenute troppo forti per essere uccise senza rischiare la vita. Poteva però attenuare la situazione, anche se ad una condizione: Hermos si sarebbe dovuto offrire come cavia per la creazione di un essere potente, superiore, in grado di contrastare i fratelli e tenerli d’occhio.
    Quel secondo rituale si concluse nel migliore dei modi e il ragazzo acquisì forza, agilità, e resistenza maggiori di qualsiasi altro essere umano.
    Il suo compito non sarebbe stato solo quello di controllare i fratelli, ma anche di ripristinare e vegliare, proteggere le altre creature dalla progenie dei fratelli, le stesse che nacquero dal desiderio di potere di Andronikos e Nicholas.
    Quel giorno nacque una nuova figura: quella del Guardiano.

    ***


    Nel corso dei secoli, la lotta e la rivalità tra i fratelli sembrava non aver fine: un tira e molla dove non c’erano né vinti né vincitori. In questo lungo lasso di tempo, i vampiri avevano trovato un modo per camminare indisturbati anche alla luce del sole, confondendosi quindi con gli umani. Questo fu reso possibile grazie a degli amuleti che alcune streghe alleate avevano preparato per loro.
    D'altra parte, i licantropi, si erano evoluti a tal punto di riuscire a trasformarsi anche senza l’azione fondamentale della luna piena, usufruendo dei propri poteri felini quando la situazione lo ritenesse necessario.
    Col tempo si stabilirono delle vere e proprie discendenze di razza: i vampiri e i licantropi erano sempre di più, mentre coloro che avevano il gene del guardiano erano quasi rari.
    Anche la discendenza di Ecate fu riservata a solo pochi eletti: le streghe appartenenti ad essa non erano molte, ma dotate di grande potere, potere che non sarebbe stato neppure lontanamente paragonabile a quello posseduto dagli elfi, creature ancestrali ed esiliate in territori rurali, silvani, spesso confusi dalle antiche popolazioni del tempo come fate o ninfe, creature dotate di una grazia tanto inumana da sembrare spiriti, fuochi fatui. Brandir Oropherion, re da millenni di quella specie rara ed unica, decise di proteggere il proprio popolo costruendo una città in un mondo nascosto, Eledhwen, città celata agli occhi umani e di qualsiasi altra creatura.
    I primi elfi nacquero quando ancora la natura era giovane, figli della stessa e della sua intrinseca forza. Fecero di questa la loro casa, fondendosi con essa e rinascendo sotto un nuovo aspetto. I primi elfi erano poco più di una decina, si moltiplicarono solo grazie alla longevità della loro vita immortale, divenendo nel corso del tempo un vero e proprio popolo. Tuttavia, gli elfi risentirono dell'azione corrosiva dell'uomo, che in breve si vide responsabile del bonifico di innumerevoli ettari di terreno. In molti furono costretti ad abbandonare la loro casa, migrando altrove. Ma ovunque andassero la situazione si presentava sempre la stessa. Decisero così, grazie alla magia, di fondare una propria città, invisibile all'occhio di qualsiasi altra creatura che non fosse un elfo: Eledhwen, che in elfico significa "Splendore degli Elfi". In tempi antichi era possibile accedervi solo grazie ad un'imponente quercia secolare (sulla quale è impresso un sigillo visibile all'uomo solo grazie all'azione della luce lunare) , posta proprio nel cuore della foresta amazzonica. Fu proprio in quel luogo che si svilupparono, costruendo palazzi e case e affinando le proprie conoscenze. Una città paradisiaca, immersa nel verde della natura. Gli elfi sono una razza pura, che non ha mai avuto il desiderio di mischiarsi con le altre: gli uomini sono da sempre stati loro nemici, si sono macchiati del sangue dei loro antenati quando ancora erano in possesso di una vita umana e adesso minacciavano di distruggere la loro natura. Le loro fattezze ricordano molto quelle umane, eccetto per le lunghe orecchie a punta, la pelle quasi diafana, occhi e capelli dei più svariati colori. Decisero di uscire dalla loro "ibernazione" dopo che le ninfee chiesero il loro aiuto per proteggere quel che rimaneva della natura terrestre. Tra le due razze si suggellò quindi un'alleanza: entrambe unite per un obiettivo comune.
    Col passare dei tempi gli elfi hanno iniziato ad uscire dalla loro città per esplorare il mondo esterno e valutare i danni commessi dall'uomo, venendo così a contatto con le nuove tecnologie, e nuovi mondi dapprima impensabili. Bargund Brandirion, primogenito discendente della famiglia reale, decise di recarsi, dopo accese dispute con la corona, nel mondo degli umani con una piccola guarnigione, accompagnato da elfi che, come lui, ritenevano riduttiva la vita all'interno di quei portali, di quel mondo soltanto loro. Una volta giunti, l'esperienza in quei luoghi fu men che positiva, alcuni dei suoi compagni furono uccisi da cacciatori senza scupoli, le loro orecchie e scalpi tagliati, i corpi saccheggiati. Al suo ritorno a casa, Bargund venne posto sotto processo, ritenuto responsabile di tutta la triste vicenda.
    Scelse così l'esilio in quel mondo crudele che imparò, col tempo, ad amare, venendo a contatto col passare del tempo e delle civiltà. Thranduil, suo padre, nonostante gli svariati tentativi di ritrovarlo, mettendo a dura prova anche il coraggio dei propri soldati, spaventati dalla brutalità dell'uomo, riuscì a porsi in contatto con un meritevole uomo, Hermos, il Guardiano.
    Divenne protettore della sua famiglia ed unico e solo tramite -assieme alla sua rara specie- della vita umana con gli elfi.
    Nel mentre lotte e gli scontri fra creature ebbero come palcoscenico i più svariati luoghi del mondo, fino ad giungere in America intorno al 1700.

    3 Ottobre 1859 – New Orleans


    Fu durante il 1859 che qualcosa iniziò a cambiare nel paronama della storia sovrannaturale: mentre in tutto il mondo infuriavano battaglie, mentre grandi filosofi - come Karl Marx -pubblicavano le loro opere che avrebbero cambiato la storia del mondo, anche in campo scientifico qualcosa si muoveva.
    Charles Darwin pubblicò la primissima edizione de ''L'origine delle specie'', libro che avrebbe cambiato il corso della concezione scientifica dell'evoluzione del mondo mentre - in una villetta nei pressi di New Orleans- un giovane scienziato metteva a punto la sua formula.
    Ezekiel Ferdinand von Freeman era un ragazzo di nemmeno ventiquattro anni dalla grande voglia di fare e un sorriso allegro sulle labbra: figlio di un Cacciatore e di una Strega, ogni giorno metteva a punto nuove armi per aiutare i genitori nella loro lotta contro quei mostri che uccidevano, deturpavano, stupravano.
    Ma Ezekiel sentiva che qualcosa mancasse nella sua vita. Che avrebbe dovuto aiutare anche quelle stesse creature.
    Dopo anni di ricerche e studi, Ezekiel riuscì a realizzare un primo prototipo di antidoto, che tuttavia avrebbe dovuto sperimentare prima su qualche cavia. Mai avrebbe immaginato che, proprio quella sera, qualcuno facesse una violenta irruzione nella stanza: Aurore, la donna che aveva rapito il suo cuore, si era sbarazzata della governante della villa e, con gli occhi iniettati di sangue, trottò nella sua direzione con intenti tutt’altro che benevoli.
    Il giovane scienziato corse nel suo laboratorio, afferrando la boccetta, ma Aurore fu più veloce, anche grazie ai suoi sensi di vampiro: lo sbattè al muro ma testardamente Ezekiel non mollò la fialetta, sebbene sentisse un inquietante rumore di ossa rotte e la aprì, cercando di prendere la mira per far sì che la fanciulla ingoiasse il liquido.
    Aurore lo battè ancora sul tempo, gettandolo a terra, ferendolo sul petto; lo morse sul collo ed Ezekiel urlò di dolore, lasciando che la boccetta gli sfuggisse dalle mani e volasse via.
    Alcune gocce si sparsero sul suo volto, ma il resto del liquido cadde nel piccolo lavandino che aveva fatto installare nel laboratorio.
    Appellandosi alle sue ultime forze Ezekiel, furioso, mortalmente stanco e comprendendo che non ci sarebbe stato modo per riportare indietro la donna che aveva amato, afferrò il tagliacarte che era caduto accanto a lui nella lotta e le tagliò la testa.

    ***


    Dopo quella notte, più nessuno ebbe notizia del giovine, che tuttavia aveva lasciato al mondo una non indifferente eredità: la fialetta di antidoto si era disciolta ed espansa lungo tutto il condotto idrico della città, aggiungendo ulteriori problemi a quelli che effettivamente già tartassavano l’umanità da secoli.
    A contatto con l’acqua, la sostanza sprigionò una reazione che Ezekiel non avrebbe mai potuto prevedere e, cosa ben peggiore, nessuno si rese conto dell’incombente pericolo.
    Gli abitanti di New Orleans, completamente ignari dell’accaduto, continuarono a svolgere le abituali attività di routine, la maggior parte delle quali avevano a che fare con l’acqua.
    Fu proprio quando il liquido infetto venne a contatto con la pelle umana che in alcuni soggetti si manifestò un mutamento –apparentemente irreversibile- dello stesso DNA, con un conseguente aumento del QI: la formula aveva infatti funto da stimolante per le cellule cerebrali, sbloccando aree del cervello che permisero lo sviluppo di poteri sopra ogni immaginazione.
    Alcuni di essi erano legati alla natura, altri ad attività prettamente quotidiane, altri ancora alla tecnologia..
    Si vennero a creare nel tempo delle vere e proprie associazioni segrete, umani che si prefiggevano come scopo primario quello di proteggere le persone dal male, da tutto ciò che avrebbe potuto portare il mondo alla rovina.
    L’alba aveva segnato un nuovo preludio: quello dei mutanti.

    2014 - Tempo attuale


    Cosa ne è stato dei tre fratelli? E di von Freeman? Qualcuno ha forse più rivisto la strega Ecate? Attualmente nessuno conosce le risposte a questo domande, anche se quel che è sicuro è che nessuno di loro ha abbandonato definitivamente questo mondo: preferiscono rimanere nell’ombra, fingersi ciò che non si è al solo scopo di raggiungere l’obiettivo finale. Pochi vampiri, licantropi e streghe sanno della loro effettiva esistenza, la maggior parte di loro preferisce non farsi domande riguardo le proprie origini.
    Certo, nessuno potrebbe mai immaginare che l’antica fratellanza continui la loro lotta di nascosto tramite sotterfugi, inganni e morte.
    Vampiri, licantropi, streghe, cacciatori, umani dai grandi poteri.. Possono essere considerati tutti delle piccole tessere di un unico grande puzzle, e solo uno di loro avrà l’onore di completarlo con l’ultimo tassello mancante.


    Edited by ‚dream - 14/4/2017, 00:12
     
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